Facciamo il punto sulla NIS2 a 5 mesi dalla sua introduzione: come hanno reagito le aziende?
Sono trascorsi 5 mesi dall’entrata in vigore della Direttiva NIS2, un punto di svolta importante per la gestione della cybersecurity nelle aziende italiane ed europee.
Questa normativa ha l’obiettivo di rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche e dei servizi essenziali di fronte alle crescenti minacce informatiche.
Ma come hanno reagito le aziende italiane? Quali investimenti si sono rivelati strategici per conformarsi alla direttiva? E, soprattutto, cosa ci riserva il futuro per quanto riguarda la protezione dei dati aziendali?
Facciamo il punto su una normativa che, oltre a richiedere un impegno significativo, può rappresentare un’occasione di crescita e competitività per il nostro sistema industriale.
Direttiva NIS2: un cambio di paradigma per la sicurezza aziendale
La NIS2 (Network and Information Security Directive 2) nasce per ampliare e rendere più stringenti gli obblighi di sicurezza già previsti dalla precedente direttiva NIS.
Se prima era coinvolto un numero relativamente limitato di aziende italiane, oggi il perimetro si è allargato ad un ben più alto numero di realtà, comprendendo non solo grandi aziende ma anche PMI che operano in settori considerati critici, come:
- Servizi energetici
- Infrastrutture digitali
- Trasporti
- Finanza
- Servizi sanitari
La direttiva impone non solo l’adozione di misure tecniche di sicurezza, ma anche la segnalazione tempestiva degli incidenti e una governance più strutturata della cybersecurity.
Come hanno reagito le aziende italiane?
La reazione delle aziende italiane è stata variegata.
Le grandi imprese, già abituate a gestire standard elevati di sicurezza, hanno accelerato gli investimenti in tecnologie avanzate e potenziato i piani di gestione degli incidenti.
Le PMI, invece, stanno incontrando maggiori difficoltà.
Per molte di loro, la cybersecurity è ancora percepita come un costo anziché come un investimento strategico.
Tuttavia, la NIS2 sta spingendo anche queste realtà a cambiare approccio.
Secondo uno studio recente, molte aziende hanno intrapreso le seguenti azioni per adeguarsi:
- Audit e valutazioni del rischio: per identificare le principali vulnerabilità nei sistemi IT.
- Piani di formazione per il personale: perché il fattore umano rimane il punto più debole nella sicurezza informatica.
- Adozione di tecnologie avanzate: come sistemi di monitoraggio continuo e soluzioni di difesa proattiva.
Un impatto diretto sugli investimenti in cybersecurity
La NIS2 ha spinto le aziende a rivedere i propri budget destinati alla sicurezza informatica.
L’obiettivo non è solo la conformità normativa, ma anche la riduzione del rischio di attacchi informatici, sempre più sofisticati e frequenti.
Gli investimenti si concentrano principalmente su:
- Infrastrutture tecnologiche avanzate: firewall di nuova generazione, sistemi di rilevamento delle intrusioni e soluzioni di crittografia.
- Servizi di consulenza: per affiancare le aziende nella definizione di strategie di sicurezza efficaci.
- Procedure di incident response: per garantire una risposta rapida ed efficace in caso di attacco.
- Formazione continua: per sensibilizzare tutti i dipendenti, non solo il personale IT.
La NIS2 come volano per la trasformazione digitale
Al di là degli obblighi normativi, la NIS2 può essere vista come un’opportunità per ripensare l’intero approccio alla gestione dei dati e dei processi aziendali.
Le imprese che sapranno cogliere questa sfida potranno beneficiare di vantaggi competitivi significativi, come:
- Migliore resilienza operativa: sistemi più sicuri garantiscono continuità operativa anche in caso di incidenti.
- Maggiore fiducia da parte dei clienti: un’azienda che dimostra di prendersi cura dei dati dei propri clienti guadagna credibilità e reputazione.
- Integrazione tra sicurezza e innovazione: l’adeguamento alla NIS2 può diventare il punto di partenza per una trasformazione digitale più sicura ed efficace.
Conclusione: una sfida e un’opportunità per le aziende italiane
A 5 mesi dall’introduzione della Direttiva NIS2, le aziende italiane si trovano davanti a una sfida complessa ma stimolante.
La conformità non è solo un obbligo burocratico, ma una leva per rafforzare la competitività, migliorare la gestione del rischio e promuovere una cultura aziendale più attenta alla sicurezza digitale.
Come sta affrontando la vostra azienda questa transizione? Siete già conformi o state ancora lavorando per raggiungere gli obiettivi richiesti?
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